#07 - Il mito
Il mito del corvo che rubò la luce
Prima
c’era il nulla.
Prima che il Diluvio coprisse la Terra e recedesse, prima che
gli animali camminassero sulla terra e gli alberi coprissero il suolo, e che gli
uccelli volassero tra gli alberi, persino prima che i pesci, le balene e le foche
nuotassero nel mare, un Vecchio viveva in una casa lungo la sponda di un fiume
con la sua unica figlia.
Se lei fosse bella come le fronde di un pino contro il cielo di primavera al levar del sole o brutta come una lumaca di mare, non ha molta importanza in questa storia, che si svolge principalmente nell'oscurità. Perché, a quel tempo, l'intero mondo era scuro.
La ragione di tutta questa oscurità ha a che vedere con il Vecchio della casa sul fiume, che aveva una scatola che conteneva tutta la luce dell’universo.
Un giorno, il Corvo, vagando nell’oscurità, giunse alla casa del Vecchio e lo udì svelare il suo segreto. Decise allora di entrare nella dimora per rubare la luce e per farlo si tramutò in un ago di pino e si gettò nel fiume, galleggiando fino ad essere catturato da un secchio che la giovane figlia aveva immerso nel fiume... fece poi una piccola magia, suscitò in lei una gran sete, in modo che bevesse subito una gran sorsata di acqua e, così facendo, inghiottisse l'ago di pino e, dopo qualche tempo, emerse trionfante sotto forma di bambino ed entrò nelle grazie del Vecchio, ora diventato suo nonno.
Occorse solo un istante al Corvo per decidere di rubare la luce per se stesso, ma molto di più per trovarla. Alla prima occasione però, il Corvo afferrò la Luce tra le mascelle, abbassò le grandi ali e si lanciò su per il camino, verso l’immensa oscurità del mondo, e il mondo si trasformò di colpo. Si disegnarono i profili delle Montagne e delle Valli, i Fiumi gorgogliarono, e ovunque la vita iniziò a pulsare.
Allora il Vecchio vide la figlia, che era bella come le fronde del pino contro il cielo di primavera all'alba.
Commento del mito
Bibliografia e link utili
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